Scienza e politiche coraggiose e coerenti per la salute del Pianeta

La cinquantesima edizione della Giornata mondiale della Terra la ricorderemo a lungo. In pieno lockdown e in attesa che gli scienziati producano il vaccino contro il Coronavirus, nel mondo ci si appresta a definire tempi e modi per la riapertura di uffici, attività produttive, scuole, etc. e per il ritorno alla normalità (sperando che non sia quella di qualche mese fa).

In questa giornata simbolica vale la pena ricordare anche dell’altra drammatica emergenza che grava sulla testa di tutti gli abitanti del Pianeta: la crisi climatica passata in secondo piano in queste ultime settimane. Si tratta di due emergenze causate dall’essere umano e che hanno in comune una caratteristica: per risolverle serve il fondamentale contributo degli scienziati (con buona pace di negazionisti, complottisti e stregoni) e l’adozione di politiche coraggiose e coerenti.

Sull’emergenza coronavirus questo sta avvenendo un po’ in tutto il Pianeta con qualche rara eccezione. Sulla crisi climatica, dopo l’Accordo storico firmato nel 2015 alla COP di Parigi, serve alzare l’asticella degli obiettivi vincolanti di riduzione delle emissioni climalteranti.

I leader mondiali che remano contro su entrambe le questioni sono spesso gli stessi, come nel caso di Donald Trump negli Usa o Jair Bolsonaro in Brasile. I prossimi mesi e anni saranno decisivi per tenere la barra dritta.

Speriamo che già alle presidenziali statunitensi del prossimo novembre ci siano buone nuove per il Pianeta e il futuro dell’umanità.  

 

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