Trentaquattresimo giorno

C’è un dato “segreto” nell’emergenza coronavirus: la percentuale di nuovi contagiati rispetto al numero di tamponi fatti. L’ho cercato, invano, nei comunicati stampa della Protezione civile, nell’infografica dell’Istituto superiore di sanità, sul sito del ministero della Salute. Niente. Poi ho trovato i numeri sull’andamento di questo parametro, fondamentale per capire, in base ai dati disponibili, se la diffusione del contagio rallenta davvero, sia su repubblica.it che su lab.24.ilsole24ore.com. Li elabora una start up inglese: Flourish.

Il dato di ieri è l’8,8%. E il grafico ci dice, in sostanza, che da 7 aprile, quando era il 9%, siamo sempre lì. Il decreto “Chiudi Italia” è del 22 marzo e i suoi effetti, positivi, avremmo dovuto cominciare a misurarli dopo due settimane. Il grafico ci racconta anche questo: l’impatto positivo c’è stato, ma non come avremmo voluto. Anche perché è difficile immaginare una riduzione ancora più significativa dei nostri spostamenti, potenzialmente contagiosi. 

I numeri, questa volta, arrivano da una start up svizzera: Teralytics. Li ha pubblicati lab.gedidigital.it, il laboratorio digitale del gruppo editoriale Gedi: dal 14 febbraio al 27 marzo i nostri spostamenti si sono ridotti del 69%. Le elaborazioni sono disponibili regione per regione, ma come spiega il trentunenne George Polzer, uno dei cofondatori di Teralytics intervistato da Jaime D’Alessandro per repubblica.it, la loro società (60 dipendenti in tutto, tra Ginevra, New York e Singapore) è in grado di fare molto di più: “Abbiamo i dati delle sim telefoniche di 27 milioni di persone. Dati anonimi ovviamente”. Quella pubblicata da repubblica.it è solo “una misurazione dell’intensità degli spostamenti, dunque non una ricostruzione di quanti, ad esempio, si sono mossi da un punto A ad un punto B”. Dettaglio a cui sono in grado di arrivare. 

Teralytics, che riceve dalle compagnie telefoniche dati anonimi sugli spostamenti di circa mezzo miliardo di persone in tutto il mondo, ha trasformato finora queste informazioni in strumenti utili per il settore dei trasporti. Adesso ha deciso di applicare il suo sistema di elaborazione all’emergenza coronavirus, per ridurre i rischi di contagio. “Stiamo proponendo un progetto basato su questo tipo di analisi al governo tedesco”, annuncia sempre Polzer.

Tabella pubblicata sul sito del ministero della Salute

Dopo questa lettura, ci permettiamo due sommessi suggerimenti. Il primo è per chi sta comunicando i  numeri ufficiali dell’emergenza coronavirus: invece di leggere ogni giorno, come fa il capo della Protezione civile Angelo Borrelli, il numero dei tamponi effettuati (senza neppure riportalo nei comunicati stampa) e quello dei nuovi contagiati (senza neppure fare una proporzione), o di pubblicare, come fa il ministero della Salute, un tabellone dove c’è il numero dei tamponi fatti finora in Italia e il numero, giornaliero, di contagiati in più (ordini di grandezza tra loro non misurabili), chiamate anche voi il team di Flourish e fatevi realizzare un grafico ufficiale. Non dovrebbe costare molto.

Il secondo è per il nuovo Comitato di esperti in materia economica e sociale: considerato che la prima decisione da prendere sarà quella di aprire gradualmente le attività produttive e di misurarne gli impatti, in termini di spostamenti delle persone potenzialmente contagiose, fate una telefonata ai giovani della Teralytics (il responsabile head of engineering è un italiano, Fabiano Francesconi, laureato a Trento in computer science con 110 e lode). Magari chiedendogli di proporre anche a voi il progetto che stanno elaborando per il governo tedesco. 

Noi resteremo a casa in questo giorno di Pasquetta, insolitamente soleggiato. E faremo lo stesso nel lungo ponte che il calendario ci aveva regalato, tra il 25 aprile e il 3 maggio. Voi, che avete il compito di guidarci, regalateci il sogno di istituzioni moderne, efficienti, affidabili e, vista la vostra età media, affidatevi ai giovani. In Italia di start up come Flourish e Teralytics ce ne sono migliaia: non fatele fallire per colpa della vostra ignoranza. Post scriptum: sarebbe utile almeno evitare che l’Istituto superiore della sanità pubblichi, ieri, un grafico dove si legge che le vittime causate dal Covid-19 sono 18.366 e il ministero della Salute un tabellone in cui sono 19.899, perché trasmette, in chi ha la curiosità di leggerli, un discreto senso di insicurezza e di inaffidabilità. Con i morti, com’è noto, non si scherza.

#quellocolbongo

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