Parliamoci chiaro. La parte più difficile comincia adesso. Se tutto va bene dovremo continuare a vivere restando quanto più possibile a casa fino al 25 marzo. Se tutto va bene altri 11 giorni, compreso oggi. Che potrebbero non bastare, come per le scuole, che restano chiuse fino al 3 aprile. E allora fa bene l’Anpi a lanciare l’idea di un Diario condiviso di questa inedita forma di resistenza. Perché non sappiamo come reagiremo nella nostra quotidianità, con il passare dei giorni. Non sappiamo come e quanto reggerà il sistema economico a cui siamo abituati e che ci sembra senza alternative. Quanto tempo ci vorrà perchè le nostre città, oggi chiuse, tornino ad aprirsi, come le frontiere. Nessuno oggi puoi darci certezze, tranne quelle che stiamo imparando a costruire insieme. Con i nostri comportamenti, le nostre scelte quotidiane. Quando sarà tutto finito e l’emergenza coronavirus sarà solo un brutto ricordo, ripensiamoci a come abbiamo reagito insieme. E magari usiamo la stessa forza d’animo, la stessa convinzione per chiedere a chi ci governa di fare scelte coraggiose per garantirci aria pulita nelle città in cui viviamo, libere da quelle polveri sottili, anche più del Covid19, che ogni giorno ci avvelenano i polmoni.
Mettiamoci la stessa energia per essere più vicini a chi vive, ogni giorno, nelle aree del nostro Paese ferite dall’inquinamento di imprenditori senza scrupoli ed ecomafiosi, da Brescia al Veneto, dalla Terra dei fuochi in Campania a Taranto, costretto a respirare veleni che uccidono o a bere acqua contaminata dai Pfas. Lo faremo di più e meglio di prima perché abbiamo dimostrato in questi giorni di poter cambiare radicalmente le nostre abitudini di vita, quando a rischiare è la nostra salute, quella delle persone a cui vogliamo bene ma anche quella di un vicino di casa con cui a malapena ti saluti. O di persone che vivono a centinaia di km di distanza, di cui non sapevi nulla e che hai imparato a conoscere perché come te hanno deciso di fare la resistenza al coronavirus rimanendo a casa, affacciandosi ogni giorno, al balcone o alla finestra, tutti insieme alla stessa ora, per fare e farsi un applauso o cantare una canzone, come non abbiamo mai fatto. Semplicemente perché “Si può dare di più”! Daje, combattenti!!