Psicologo sociale, antropologo e ambientalista, francese di origine rumena (1925-2014).
Di famiglia ebrea, dopo una giovinezza drammaticamente segnata dalle persecuzioni antiebraiche e dalla guerra, M. nel 1948 si stabilì a Parigi divenendovi in breve un protagonista di primo piano della vita culturale e un sociologo ed antropologo tra i più reputati. Attratto dalle riflessioni di intellettuali della sinistra eterodossa come –>Morin, –>Touraine, –>Charbonneau, e invece lontano dall’ortodossia marxista (–>Marx, –>Marxismo), M. sviluppò a partire dagli anni Cinquanta una critica radicale della frattura tra natura e cultura operata dalla modernità; per lui, “la società contro natura” – titolo di un suo libro del 1972 – non è che il frutto di un inganno: basata sull’idea hobbesiana (–>Hobbes) che “stato di natura” equivalga a “stato di guerra”, essa sommerge l’uomo sotto una fardello di divieti e tabù, stigmatizza tutto ciò che è istinto e spontaneità, alimenta forme sistematiche di etnocidio che colpiscono con speciale violenza nel Sud del mondo ma anche in Occidente tendono a cancellare ogni tradizione preurbana e preindustriale. Contro questa rottura tra natura e cultura originata dal –>Cristianesimo e poi perfezionata dal –>Meccanicismo e dallo stesso –>Illuminismo, che invece di liberare l’uomo lo rende sempre schiavo di una –>Tecnica sempre più onnipotente e in nome della quale la modernità occidentale si arroga il diritto di distruggere tutte le espressioni culturali ad essa preesistenti e irriducibili, M. proclama la necessità di “ritornare alla natura”, di perseguire un programma di autentica liberazione fondato sulla difesa della diversità biologica e di quella culturale. Ponendosi in tale prospettiva di naturalismo “sovversivo” e libertario, egli condanna con pari decisione tanto il liberalismo quanto il marxismo, che entrambi identificano il futuro con il progresso, e al tempo stesso rivendica l’intrinseca modernità dell’–>Ambientalismo, come pensiero e movimento che recupera valori e forme di organizzazione sociale da culture del passato, ma in una prospettiva “immersa” nel futuro e aliena dunque da ogni suggestione nostalgica. Infine, M. respinge anche le impostazioni, ispirate dal darwinismo sociale (–>Darwin, –>Spencer), che pretendono di “leggere” le società umane come un qualunque ecosistema: lungo il suo cammino l’umanità è andata modificando lo stesso rapporto tra uomo e natura, e gli uomini – così egli scrive nell’Essai sur l’histoire humaine de la nature – sono essi stessi creatori del loro “stato di natura”.
Pioniere in Francia dell’–>Ecologia politica, tra i principali animatori delle prime associazioni ambientaliste e a lungo sostenitore dei –>Verdi, M. ha anticipato con le sue riflessioni alcune delle acquisizioni più recenti del pensiero ecologico, dal –>Bioregionalismo fino alla denuncia del nesso tra “ecocidio” ed “etnocidio” insito nei processi di globalizzazione che sarà uno dei temi più frequentati dal movimento –>No-global.
BIBLIOGRAFIA
Essai sur l’histoire humaine de la nature, 1968
La società contro natura, 1972
Hommes domestiques et hommes sauvages, 1974
Sulla natura: per pensare l’ecologia, 2002