Alexander von Humboldt

Botanico e geografo, tedesco (1769-1859).

Continuatore della grande tradizione tassonomica e classificatoria settecentesca impersonata da –>Linneo e  –>Buffon, amico e grande ammiratore di –>Goethe e seguace dichiarato del –>Romanticismo, H. accompagnò la sua attività di scienziato con quella di instancabile esploratore, che lo vide impegnato in numerose spedizioni soprattutto in America latina. Nel corso di questi viaggi, egli scoprì e  catalogò decine di nuove specie animali e vegetali, raccolse una grande quantità di campioni animali, vegetali e minerali, elaborò una mole imponente di dati meteorologici, astronomici e geografici, costruendo tabelle riguardanti la longitudine e la latitudine e rilevando le forme delle coste e del corso dei fiumi. Questa immensa serie di dati costituì la base del monumentale Viaggio alle regioni equinoziali del nuovo continente (1799-1804), opera di 23 volumi che H. pubblicò a Parigi a partire dal 1804. 

Grazie alle sue osservazioni, H. comprese l’importanza delle caratteristiche geografiche e climatiche nel determinare la distribuzione delle specie vegetali, e per questa via costruì una vera e propria mappa della  distribuzione geografica delle piante ed elaborò la teoria secondo cui la natura va pensata olisticamente (–>Olismo), come un organismo unico all’interno del quale ogni singolo componente, regolato da un equilibrio e un ordine naturali alle cui leggi è sottoposto anche l’uomo, è strettamente collegato al “tutto”: “Raccoglierò piante e fossili – scrive H. ad un amico nel 1799, prima di partire per la sua prima spedizione in America latina – e con i migliori strumenti studierò l’astronomia. Comunque, questo non è lo scopo principale del mio viaggio. Tenterò di scoprire lo schema di interazione reciprocva delle forze naturali, e in quale maniera l’ambiente geografico esercita la sua influenza sugli animali e sulle piante. In breve, cevo scoprire elementi sull’armonia della natura”.

Erede dello spirito enciclopedico del Settecento, H. non limitò i propri studi alla botanica, ma spaziò nei più diversi campi della scienza: dalla climatologia, di cui può essere annoverato tra i fondatori, alla vulcanologia, dallo studio del magnetismo fino alla determinazione degli elementi che condurranno alla teoria wegeneriana della deriva dei continenti, cui contribuì sottolineando la grande somiglianza fra le coste del sud America e dell’Africa e ipotizzando che un tempo esse fossero unite.

Dopo la pubblicazione del Viaggio, H. godette di grande popolarità in tutta Europa. La sua opera sarà nota allo stesso –>Darwin, che anche grazie ad essa si convincerà dell’importanza del viaggio e della raccolta di dati osservativi per lo studio naturalistico. Tuttavia, nonostante l’ammirazione nutrita dal padre dell’evoluzionismo per il grande naturalista tedesco, la distanza dalle teorie darwiniane di questa idea di una natura armonica, tendenzialmente statica, resta notevole. Invece l’approccio di H., la sua visione organicista (–>Organicismo) di un ordine naturale da cogliere e da ammirare come totalità che trova massima espressione nel Cosmos, saggio di una descrizione fisica del mondo, opera della maturità humboldtiana pubblicata in parte postuma, richiama molto da vicino la “filosofia della natura” di –>Schelling e la “religione della natura” goethiana dalle quali pure li distinguono l’ateismo e il materialismo dichiarati di H., e può considerarsi un esempio precoce, “ante-litteram”, di pensiero e di ricerca ecologici: del resto, la lezione di H. sarà una fonte d’ispirazione decisiva per i botanici – come –>Clements e –>Warming – che pochi decenni dopo faranno dell’ecologia una scienza autonoma. 

BIBLIOGRAFIA

Viaggio alle regioni equinoziali del nuovo continente (1799- 1804), 1814-1825

Cosmos, saggio di una descrizione fisica del mondo, 1845-1862

Ti consigliamo anche