Raymond Lindeman

Ecologo, statunitense (1915-1942).

Giovane ricercatore all’Università di Yale, L. deve la sua fama a un articolo pubblicato sulla rivista Ecology poche settimane dopo la sua prematura morte, in cui veniva presentata una innovativa lettura in termini energetici delle interrelazioni all’interno di una comunità ecologica. Basandosi su ricerche condotte in un lago del Minnesota, L. nel saggio riprende e completa il concetto di ecosistema elaborato pochi anni prima da –>Tansley:  nella sua visione, per ecosistema deve intendersi l’insieme tra comunità biotica (biocenosi) ed ambiente abiotico (biòtopo), e in ogni ecosistema sono i flussi energetici a governare le relazioni delle specie e dei singoli organismi tra loro e con l’ambiente. In base al modello analitico proposto da L., gli individui che vivono in una comunità appartengono a diversi livelli trofici: dalle piante autotrofe, i soli organismi che attraverso la sintesi clorofilliana traggono direttamente alimento dall’irradiazione solare, agli animali eterotrofi che si nutrono di materia organica. Ad ogni passaggio da una maglia all’altra di questa che L. battezzò “rete trofica”, una parte dell’energia si perde, e la differenza tra l’energia assimilata ad ogni livello e quella “perduta” con le attività metaboliche dà la misura della crescita dell’ecosistema.

L’approccio di L.  rappresenta un punto di svolta non solo in termini squisitamente scientifici. Esso marca simbolicamente l’incontro tra fisica e biologia, nonché il passaggio dall’ecologia pionieristica di –>Thoreau, di –>Clements, di –>Warming – i cui segni prevalenti erano nell’ambizione di restituire l’armonia olistica (–>Olismo) del mondo naturale, e nella tentazione  di escludere l’uomo, almeno l’uomo contemporaneo, da questa immagine -, a una nuova concezione “bioeconomica”, conservazionista (–>Conservazionismo), che meglio rifletteva lo spirito manageriale e utilitarista del tempo.

Questo indirizzo, le cui premesse si trovano anche nei contributi di altri scienziati meno giovani ma contemporanei di L. come –>Lotka e Tansley, e che dopo poco verrà ulteriormente sistematizzato da Eugene –>Odum, ha avuto un largo seguito negli studi ecologici del Novecento e in generale ha contribuito all’affermazione di una visione sistemica (approccio –>Sistemico) dei fatti e dei processi naturali e biologici. Oggi l’idea che i flussi di energia svolgano un ruolo decisivo nel funzionamento e nella dinamica degli ecosistemi è indiscussa, sebbene da più parti si sia sottolineato il rischio che assolutizzando tale criterio, considerandolo cioè come l’unica “chiave” di spiegazione della realtà ecologica, s’incorra in un –>Riduzionismo e in un –>Meccanicismo che tradiscono quell’attenzione all’interdipendenza e alla –>Complessità dei fatti naturali costitutiva sia dell’ecologia come scienza che in generale del pensiero ecologico.

BIBLIOGRAFIA

“The trophic-dynamic aspect of ecology” (articolo), Ecology, 23, 1942.

Ti consigliamo anche