Pier Paolo Pasolini

Scrittore e cineasta, italiano (1922-1975).

Vissuto a lungo nel paese d’origine della madre, Casarsa del Friuli, P. insegnò per alcuni anni nelle scuole medie ed esordì letterariamente con poesie in dialetto friulano. Dopo un processo per “pederastia” – che lo vide assolto ma a causa del quale fu allontanato dall’insegnamento ed espulso dal Partito comunista in cui militava fino da giovanissimo -, all’inizio degli anni Cinquanta si trasferì a Roma. Dal 1954, anno di pubblicazione della raccolta di poesie La meglio gioventù, e fino alla morte – venne ucciso in circostanze mai del tutto chiarite all’Idroscalo di Ostia nel 1975 -, P. è stato uno dei grandi protagonisti della vita culturale italiana: romanziere e saggista, poeta e cineasta, intellettuale venerato e detestato come pochi altri.

Sebbene non abbia mai tematizzato, a differenza di –>Calvino, il problema del degrado ambientale, P. è stato però un vero profeta degli effetti sfiguranti che il repentino passaggio dalla civiltà contadina, in cui era ancora immersa l’Italia degli anni Cinquanta, alla civiltà industriale dei consumi – simboleggiato dal trionfo della televisione, veicolo formidabile di omologazione culturale – andava producendo sul territorio oltre che sul corpo sociale e culturale del Paese, in una linea di sofferta e pessimistica presa di distanza dal –>Progresso che risuona con analoghi accenti presenti nel pensiero ecologico. Così, nell’opera di P., al poeta e narratore di una visione sacra, primigenia della natura, quella incontaminata (anche a livello linguistico) che esce dalle sue poesie dialettali o dai film girati sui set africani, si contrappone, come in un gioco di specchi, il dolente cantore di una natura ormai degradata, spinta ai margini della metropoli, abitata da quelle figure di reietti – “accattoni” e “ragazzi di vita” – dai quali, però, egli si sentiva irrimediabilmente e personalmente attratto, vedendovi anche gli ultimi detentori di una naturalità andata invece completamente perduta nelle classi borghesi, inchinatesi al consumismo e alle più becere e conformistiche forme di comunicazione di massa, ma anche nel proletariato operaio “imborghesito” e negli stessi movimenti di contestazione per lui totalmente subalterni a una madesima logica di omologazione culturale.  

BIBLIOGRAFIA

La meglio gioventù, 1954

Ragazzi di vita, 1955

Una vita violenta, 1959

Accattone (film), 1961

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