Nord/Sud

Sebbene nel pensiero ecologico – da –>Thoreau, a Lynn –>White, a –>Capra, all’–>Ecologia profonda – ricorra spesso l’idea che nella tradizioni culturali non europee, e in particolare in molte filosofie e religioni orientali, vi sia una radice squisitamente ecologica, che avrebbe dato luogo a modi di organizzazione sociale fondati su un forte legame olistico (–>Olismo) tra l’uomo e la natura invece del tutto sommerso, nella tradizione giudaico-cristiana (–>Cristianesimo), dal verbo antropocentrico (–>Antropocentrismo), però per lungo tempo l’impegno organizzato per la difesa dell’ambiente è rimasto un fenemeno squistamente occidentale: perché, appunto, in Occidente si è affermata per primo quella economia indiustriale da cui si è originata la crisi ecologica, e per primi se ne sono manifestati gli effetti più negativi, e perché l’interesse sociale per i problemi ambientali ha una connotazione postmaterialista (–>Post-materialismo) che ne ha fatto, fino ad un’epoca recente, un’espressione tipicamente “da società opulente”. Premessa decisiva per il progressivo, seppure tuttora parziale, superamento di questo dato storico, è stato l’affermarsi, con l’–>Ambientalismo, di una nozione fortemente sociale e politica di difesa dell’ambiente, che attualizzando il terzomondismo di settori importanti della sinistra europea degli anni Sessanta, collega la lotta contro l’inquinamento e per un rappporto non più distruttivo dell’uomo con l’ambiente, con una prospettiva più generale di liberazione da altre forme di “violenza”, tra cui quelle stesse legate allo sfruttamento neocoloniale dei Paesi poveri, il “Sud del mondo”, da parte del “Nord” ricco. Lungo tale solco, il pensiero e il movimento ambientalisti sono andati ponendo sempre di più l’accento sull’effetto moltiplicatore del sottosviluppo, della distanza sociale ed economica tra Nord ricco e Sud povero del mondo, del presente – antiecologico e ormai universale – ordine socio-economico: così, per esempio, autori come –>Sachs hanno teorizzato l’insostenibilità non solo ambientale, ma sociale rispetto all’obiettivo di liberare dalla povertà i popoli dei Paesi poveri, dell’odierno modello di produzione dell’energia fondato sull’impiego di combustibili fossili, mentre è oggi consapevoleza comune che i grandi problemi ambientali planetari, a cominciare dai –>Cambiamenti globali del clima, contribuiscono a rendere sempre più gravi le condizioni di povertà endemica nei Paesi sottosviluppati.

Queste dinamiche insieme culturali e materiali, hanno portato alla nascita anche nel Sud del mondo di gruppi e movimenti ambientalisti, la cui importanza  e il cui prestigio crescenti trovano efficace rappresentazione nell’emergere di figure carismatiche di leader ambientalisti sudamericani, asiatici, africani come Chico –>Mendes, Vandana –>Shiva, Wangari –>Maathai: figure divenute di riferimento per l’intero movimento ambientalista, nella cui visione si trovano ulteriormente rafforzate la valorizzazione del segno ecologico di molte culture tradizionali del mondo extraeuropeo, e l’idea di un impegno ecologista inscindibile dall’obiettivo di cancellare la cifra di iniquità, di  neo-colonialismo che ancora segna i rapporti tra Nord e Sud del mondo. 

La piena integrazione della problematica N. nella sensibilità e nelle priorità d’azione dell’ambientalismo, nonché nella declinazione del concetto di –>Sviluppo sostenibile, ha una sua data ed un suo evento simbolici: la Conferenza di –>Rio de Janeiro su ambiente e sviluppo del 1992, che segno la definitiva presa d’atto da parte della comunità internazionale e anche del movimento ambientalista che i principali problemi ambientali – dalla deforestazione in Amazzonia ai mutamenti del clima, dalla desertificazione alla perdita di biodiversità – si potevano e dovevano affrontare dando risposta al tempo stesso all’aspirazione del Sud del mondo allo sviluppo e a una maggiore equità nei rapporti geopolitici globali. Un’esigenza, quest’ultima, sempre più saldamente al centro dello sguardo dell’ambientalismo sul mondo, e per esempio all’origine dell’impegno di molti gruppi ecologisti nei movimenti –>No-global.        

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