Marcello Cini

Fisico, italiano (1923-2012).

Professore all’Università di Roma “La Sapienza”, a lungo militante del Pci da cui uscì nel 1969 insieme al gruppo raccolto attorno alla rivista il Manifesto, C. è stato tra i primi intellettuali italiani a proporre una rilettura del marxismo (–>Marx, –>Marxismo) in chiave antipositivista e antiscientista e ad introdurre nel dibattito pubblico temi come la mercificazione della conoscenza, la non-neutralità della scienza, il carattere antiecologico dello sviluppo capitalistico, l’esigenza di guardare ai fenomeni e ai processi reali con gli occhi della –>Complessità, di un approccio –>Sistemico, anziché con quelli del –>Riduzionismo. Proprio nella chiave di un’adesione forte, appassionata ai nuovi sentieri della scienza sistemica, C. ha coltivato uno speciale interesse per le riflessioni di –>Bateson, e particolarmente per l’ambizione batesoniana di ricomporre in una stessa visione sistemica realtà naturale ed umana, scienza e filosofia, razionalità e senso del sacro. 

In numerosi articoli pubblicati sul quotidiano il Manifesto dalla fine degli anni Sessanta e poi in un libro del 1976 scritto insieme ad altri autori – L’ape e l’architetto -, C. sviluppa l’idea che la conoscenza scientifica, e a maggior ragione le sue applicazioni tecnologiche, non hanno un valore oggettivo ma riflettono le contingenze storiche e gli interessi sociali: la scienza, dunque, non è “neutrale”, e non coincide necessariamente con l’interesse collettivo, mentre gli strumenti concettuali scientifici hanno radici nel contesto sociale e le stesse categorie con cui s’interpreta il mondo sono storicamente determinate. Per C., questa non-neutralità della scienza è tanto più “radicale” quanto più la conoscenza scientifica si va collegando con i processi d’innovazione tecnologica: “Una conseguenza fondamentale della crescente mercificazione dell’informazione  – egli scrisse in un articolo del 1999 – è che il nesso tra la ricerca scientifica ‘pura’, cioè perseguita al solo scopo di conoscere in modo disinteressato la natura, e l’innovazione tecnologica, stimolata dall’interesse a inventare continuamente nuovi strumenti per soddisfare la domanda di un mercato sempre più esigente e sofisticato, si è fatto sempre più stretto, fino a diventare un intreccio difficilmente districabile. Basta osservare quanto sia ambiguo e intimo il rapporto fra la biologia molecolare, disciplina fondamentale quant’altre mai, e l’ingegneria genetica, tecnologia di punta per eccellenza, per convincersi che è impossibile decidere se una delle due venga prima dell’altra. Lo stesso si può dire per le discipline coinvolte in tutti i problemi ambientali, o in quelle che intervengono nei fenomeni cerebrali e mentali. (…) Da un lato dunque occorre riconoscere che la scienza, quanto più estende il suo controllo sui fatti che riguardano la vita, la mente, la coscienza, la convivenza umana, tanto più penetra inevitabilmente nella sfera dei giudizi di valore. Bisogna accettare che la conoscenza ‘disinteressata’, se mai c’è stata (ed è lecito dubitarne, ma il discorso ci porterebbe fuori strada), oggi non c’è più”.
Questa riflessione procurò a C. aspre critiche soprattutto da quella parte della comunità scientifica più legata all’ortodossia marxista, e invece lo avvicinò alle elaborazioni dell’–>Ecologia politica. Da allora, C. è rimasto una delle voci più originali, stimolanti, innovative nel dibattito sul rapporto tra scienza e società, scienza ed economia, e la sua perorazione contro il mito mistificante della neutralità della scienza ne ha fatto un punto di riferimento per il pensiero ecologico e per lo stesso movimento ambientalista (–>Ambientalismo), dalle mobilitazioni antinucleari (–>Antinucleare, movimento) degli anni Settanta e Ottanta fino alle campagne contro il ricorso indiscriminato all’ingegneria genetica. In particolare, C. ha partecipato attivamente alla vita associativa di  ……… –>Legambiente, della cui ambizione di fondare un “ambientalismo scientifico” è stato tra gli ispiratori più autorevoli. Negli ultimi anni della sua vita, C. si è impegnato nell’analisi e nella denuncia della tendenza sempre più invasiva del capitalismo a mercificare, dopo l’ambiente, anche la conoscenza, risorsa squisitamente e irrevocabilmente sociale e indefinitamente rinnovabile: un’elaborazione che ha notevoli punti di contatto con quella, sul medesimo tema, sviluppata da autori come –>Gorz, e che richiama le battaglie del movimento –>No-global per l’affermazione del carattere di beni comuni, non privatizzabili, di cultura e conoscenza.

BIBLIOGRAFIA

L’ape e l’architetto, 1976

Trentatré variazioni sul tema, 1990

Oltre il riduzionismo, 1991

Un paradiso perduto, 1994

“Il sacro in Bateson: né soprannaturale né meccanico”, in Gregory Bateson (a cura di M. Deriu), 2000

Dialoghi di un cattivo maestro, 2001

Il supermarket di Prometeo, 2006

Ti consigliamo anche