James Lovelock

Chimico e inventore, inglese (1919).

Figura brillante e originale di scienziato indipendente, L. si è dedicato a lungo alla messa a punto di nuove applicazioni tecnologiche: più di 60 i brevetti registrati a suo nome, tra i quali un “rivelatore di cattura elettronica”, brevettato nel 1957, grazie al quale Rachel –>Carson poté condurre ricerche sistematiche sulla presenza di pesticidi nell’ambiente e lo stesso L. diede avvio alle misurazioni per determinare la concentrazione in atmosfera di gas come i clorofluorocarburi, che portarono a individuare una stretta connessione tra la crescita di questo genere di inquinanti e l’assottigliamento dell’ozonosfera.

La grande popolarità di L. si deve però alla ”Ipotesi Gaia”, teoria che egli presentò alla fine degli anni Sessanta e che così venne battezzata dal romanziere William Golding (Gaia è la dea greca della “madre terra”), in cui la  Terra è vista come un organismo biologico unitario, capace di autoregolarsi e di adattarsi e sopravvivere anche a fenomeni, come le varie forme d’inquinamento, che paiono sconvolgerne gli equilibri.

Due i concetti più innovativi alla base dell’Ipotesi Gaia: il primo è che l’ambiente fisico non solo codetermina l’evoluzione delle forme viventi, ma a sua volta viene modificato dalla biocenosi, dagli organismi viventi che operano per adattarlo alle proprie esigenze biologiche. La singolarità dell’atmosfera terrestre, ricca di ossigeno, rispetto alle atmosfere di Marte o di Venere, è frutto dell’attività biochimica degli esseri viventi, e anche il suolo e gli oceani sono continuamente rimodellati dall’azione degli organismi viventi: Gaia è appunto il sistema complesso costituito dalle forme viventi e dall’ambiente materiale, legati tra loro da una fitta rete di azioni e reazioni cui L. dà il nome di “geofisiologia”. Il secondo principio fondatore di Gaia, corollario del primo, è che per sopravvivere gli organismi viventi hanno bisogno gli uni degli altri: non dunque la competizione, la “lotta per il posto” della tradizione darwiniana (–>Darwin), ma piuttosto la cooperazione e la simbiosi sono il segno prevalente dei meccanismi evolutivi (questa idea venne successivamente sviluppata dalla microbiologa Lynn –>Margulis, tra gli scienziati che per primi e con maggiore entusiasmo sostennero l’Ipotesi Gaia).    

Per la sua ispirazione organicista (–>Organicismo), che riecheggia le visioni romantiche di Gilbert –>White o di Alexander von –>Humboldt, per il suo carattere marcatamente olistico (–>Olismo) che ne ha alimentato letture “teleologiche”, l’ipotesi Gaia è stata intesa da più parti come una costruzione al confine tra scienza e filosofia, sebbene L. l’abbia sempre proposta come una teoria squisitamente ed esclusivamente scientifica, basata sui criteri dell’approccio –>Sistemico. Nel mondo scientifico essa ha raccolto sprezzanti bocciature – fino a venire tacciata di ”anti-scienza” – e convinte adesioni, imponendo comunque L. come un grande intellettuale del Novecento, avversario irriducibile delle visioni antropocentriche (–>Antropocentrismo) e di ogni approccio scientifico riduzionista (–>Riduzionismo) e meccanicista (–>Meccanicismo), campione di una scienza della –>Complessità che considera il tutto irriducibile a mera somma delle sue parti. Inoltre, la visione di L. ha avuto il merito di porre l’attenzione sul ruolo degli esseri viventi nei processi di regolazione e di modificazione dell’ambiente, e dunque di meglio tematizzare le implicazioni della comparsa nella biosfera di un nuovo e sicuramente anomalo attore ecologico planetario quale la specie umana.  

La visione organicista di L. è stato uno dei riferimenti più importanti per lo stesso pensiero ecologico e soprattutto per le posizioni ecocentriste (–>Ecocentrismo); peraltro, L. in più occasioni ha rimproverato al movimento ambientalista (–>Ambientalismo) una sensibilità ancora antropocentrica, e di recente ha aspramente contestato la scelta antinucleare (movimento –>Antinucleare): “Le lobby verdi – ha scritto in un articolo del 2004 – sembrano più interessate alle minacce dirette alle persone che a quelle dirette alla Terra. (…) L’opposizione all’energia nucleare si basa sulla paura irrazionale, alimentata dalla fiction hollywoodiana, dalle lobby verdi e dai mezzi di comunicazione. Tali paure sono ingiustificate, poiché l’energia nucleare, a partire dal suo esordio nel 1952, ha dimostrato di essere la più sicura tra tutte le fonti di energia. Anche se fossero fondate le preoccupazioni circa i pericoli del nucleare, e non lo sono, il suo utilizzo a livello mondiale come fonte di energia primaria risulterebbe una minaccia insignificante in confronto ai pericoli delle intollerabili e letali ondate di caldo, e al livello del mare in crescita, in grado di inondare tutte le città costiere del mondo”.

Nel suo ultimo libro – La rivolta di Gaia (2006) – L. accentua i toni pessimistici delle sue analisi e previsioni, sostenendo che i mutamenti climatici (–>Cambiamenti globali) sono ormai inarrestabili e che entro la fine del secolo l’umanità si troverà sull’orlo dell’estinzione.

BIBLIOGRAFIA

Gaia. Nuove idee sull’ecologia, 1979 

Le nuove età di Gaia, 1988

Omaggio a Gaia. La vita di uno scienziato indipendente, 2000

La rivolta di Gaia, 2006

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