Monaco e santo, italiano (1182-1226).
Figlio di un ricco mercante di stoffe e di una nobildonna provenzale, all’età di ventidue anni F. visse una profonda crisi spirituale, che in pochi anni lo condusse a una totale conversione mistica culminata in un pellegrinaggio a Roma, dove sulla porta della basilica di San Pietro fece atto pubblico di donazione di tutti i suoi averi ai poveri. Tornato ad Assisi da mendicante, rinunciò formalmente ad ogni diritto sul patrimonio paterno. In breve tempo, questa scelta radicale di povertà guadagnò a F. l’ammirazione e la devozione degli umili e dei sofferenti. Nel 1210, la Regola da lui dettata, che si caratterizzava per l’intransigente rigore con cui esigeva la professione di povertà assoluta, ebbe l’approvazione di papa Innocenzo III: così cominciò il cammino di un Ordine che diventerà tra i più diffusi e popolari nella storia della Chiesa.
Per la sua professione di povertà e di umiltà, per la vita ascetica, per la rinuncia al superfluo, F. esercita da sempre un richiamo assai forte su chi, da posizioni di fede o anche laiche, ricerca al di fuori del possesso dei beni materiali e dei modelli di consumo il senso più profondo dell’esistenza. Ma a giustificare l’attrazione che F. ha costantemente esercitato sulla moderna sensibilità ecologica, vi sono anche le sue idee, che scaturite da una professione di fede così totale e intensa giungono a colmare, senza apparenti contraddizioni teoriche, la frattura interna, connaturata al fondamento creazionista (àCreazionismo) e trascendente della teologia cristiana, tra Dio e natura, a spezzare l’immagine misteriosa e paurosa della natura prevalente nel mondo cristiano medievale, a celebrare quell’amore mistico verso tutte le creature – “laudato si’ mi’ Signore per sora nostra matre terra”, egli scrive nel Cantico delle Creature – che costituisce il più profondo e rilevante lascito francescano. Proprio le “laudes” del Cantico restano tra i massimi esempi di uno spirito naturalistico capace di abitare anche nella fede religiosa – spirito di cui nella tradizione giudaico-cristiana si hanno peraltro anche altre testimonianze, come nel Cantico dei Cantici del Vecchio Testamento -, e addirittura di trovare in essa la base per una sacralizzazione della natura inarrivabile per il pensiero laico.
BIBLIOGRAFIA
- Cantico delle Creature, 1226