Botanico e geografo, danese (1841-1924).
Professore di botanica nelle università di Stoccolma e di Copenaghen e direttore dell’Orto botanico della capitale danese, impegnato in approfondite ricerche sul campo in Brasile, nel bacino del Mediterraneo e in Groenlandia, W. fu tra i primi scienziati ad applicare il punto di vista ecologico allo studio della vegetazione. Nella sua opera più importante, Plantesamfund del 1895, l’attenzione dello studio botanico viene concentrata sui fenomeni che permettono di comprendere la collocazione di ogni singola specie nell’economia generale della natura, cioè di dimostrare scientificamente che ogni membro di una comunità esiste “in rapporto morfologico, anatomico e fisiologico con le diverse condizioni economiche e sociali nelle quali vive”. Così, W. descrive il processo di adattamento strutturale e fisiologico delle varie specie al loro habitat, definito “efarmosi”, in base al quale piante geneticamente diverse reagiscono ad ambienti simili in maniera simile (per esempio, il cactus sudafricano e l’euforbia sudafricana hanno reagito ai loro ambienti aridi sviluppando entrambi steli carnosi e grassi e spine al posto delle foglie per trattenere l’umidità), e si sofferma sul “commensalismo”, legame in forza del quale ogni specie beneficia della presenza e dei comportamenti di molte altre.
Nell’ultima parte del libro, W. descrive i processi di successione e dinamica ecologica attraverso i quali si attua la transizione da un tipo di comunità ad un altro in uno stesso habitat: allontanandosi dalla teoria darwiniana (–>Darwin) delle modificazioni acquisite con la discendenza, che attribuisce la priorità nei meccanismi evolutivi ai fattori biotici e in particolare alle alterazioni della situazione demografica, egli teorizza che l’impulso principale all’evoluzione viene dai cambiamenti delle condizioni climatiche ed edafiche, dunque da fattori non biotici. Il rapporto con i fattori non biotici è anche l’elemento distintivo dei criteri di classificazione adottati da W., che distingue le piante in base al fabbisogno di umidità, alla compatibilità con terreni acidi e con alti livelli di salinità.
W. è stato un grande innovatore della scienza botanica e uno dei fondatori dell’ecologia vegetale. La sua visione è però decisamente più statica, e meno rivoluzionaria rispetto alla tradizione fissista e linneiana (–>Linneo), sia del pensiero di Darwin, che privilegia la competizione tra individui come principale fattore evolutivo, sia di quello di –>Clements, nel quale l’evoluzione è vista come un processo fortemente dinamico seppure tendente all’equilibrio rappresentato dalla formazione di una comunità “climax”.
BIBLIOGRAFIA
Plantesamfund, 1895