Chernobyl

Città dell’Ucraina settentrionale, situata a pochi chilometri dal confine con la Bielorussia. A C. il 26 aprile 1986 un’esplosione in uno dei reattori della locale centrale nucleare produsse una “nube radioattiva” che contaminò irrimediabilmente un ampia area di territorio sia ucraino che bielorusso e nei giorni seguenti toccò buona parte dell’Europa. Decine di persone – in prevalenza operai della centrale e primi soccorritori – morirono per gli effetti diretti del disastro, centinaia di migliaia furono evacuate, mentre sulle conseguenze sanitarie a lungo termine dell’incidente i dati e le stime non sono concordi: secondo alcuni studi, a fronte di un incremento notevole dei casi di cancro alla tiroide osservato nella popolazione ucraina e bielorussa delle zone più stabilmente contaminate, il numero dei deceduti a causa dell’esposizione diretta – o “ereditata”, nel caso di bambini nati da genitori contaminati – al “fall-out” radioattivo è di alcune migliaia; le stime più pessimistiche indicano invece in diverse decine di migliaia le persone morte o destinate a morire per gli effetti indiretti del disastro.

L’incidente di C. suscitò in tutta Europa una forte ondata di emozione e paura, amplificata dalla scarsità e dalla reticenza delle informazioni sui rischi per la salute pubblica fornite dalle autorità sanitarie dei Paesi – come la Francia e l’Italia – dove arrivò la “nube radioattiva”. Esso sembrò fornire una tragica conferma agli allarmi di parte ambientalista (–>Ambientalismo) sull’intrinseca insicurezza dell’uso civile dell’energia atomica e diede nuovo vigore ai movimenti antinucleari (movimento –>Antinucleare). In Italia, dove nel 1986 erano in funzione o in costruzione diverse centrali nucleari, all’indomani dell’incidente le principali associazioni ambientaliste promossero una raccolta di firme per ottenere una consultazione referendaria sul tema: le firme furono oltre un milione e i referendum, svoltisi nel novembre 1987,  videro la larga vittoria dello schieramento antinucleare, facendo dell’Italia il primo grande Paese industrializzato a decidere l’abbandono dell’energia nucleare.   

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