Movimento per il riconoscimento e la tutela dei diritti degli animali sviluppatosi in Occidente negli ultimi decenni.

L’idea che il rapporto con gli animali vada ricompreso nella sfera della moralità umana, già presente in embrione in filosofi dell’antichità da –>Aristotele a –>Pitagora, ha avuto un largo e crescente sviluppo a partire dal Settecento, compiutamente espressa in pensatori come –>Voltaire e –>Michelet e alla base di una sensibilità “zoofila” che si diffuse particolarmente in Inghilterra dall’inizio dell’Ottocento e che portò all’introduzione nel 1822 della prima norma legislativa protoanimalista – il “Martin’s Act” contro le crudeltà verso i gatti – e nel 1824 vide la nascita della “Society for prevention of cruelty to animals”, la più antica organizzazione per la protezione degli animali. Questo processo trae le sue premesse culturali dalla rivoluzione darwiniana, che cancellando la discontinuità tra creature umane e non umane, mise in questione anche sul piano dell’etica l’assolutismo antropocentrico (–>Antropocentrismo); ma nasce anche da un’altra “rivoluzione”, quella industriale, e dallo sviluppo delle città, che estraniavano gli animali dai processi produttivi e dalla vita pratica e per questo incoraggiavano a considerarli non più secondo l’ottica esclusiva dell’utilitarismo e della strumentalizzazione economici.
Di impronta zoofila fu anche la legislazione per la protezione degli animali introdotta in Germania negli anni Trenta dal –>Nazismo, espressione diretta di quella idea organicista (–>Organicismo) di un’unità destinale e indissolubile tra uomo e natura – tra l’uomo e la natura tedeschi, “sangue” e “suolo” della comunità nazionale – coltivata dall’ideologia nazista.
Il primo autore a porre su basi teoriche la questione dei diritti degli animali fu Jeremy Bentham, padre della filosofia utilitarista: “Verrà un giorno – egli scrisse nell’Introduzione ai princìpi della morale e della legislazione del 1789 – in cui il resto della creazione animale acquisterà quei diritti che mai avrebbero dovuto essere negati dalla mano della tirannia”. Ispirandosi a Bentham, nel 1892 l’inglese –>Salt pubblicò Animal rights, considerato una sorta di manifesto dell’A. moderno, nel quale l’appello a rispettare gli animali è presentato come un’estensione degli ideali umanitari affermati dalla rivoluzione francese.
Dagli anni Settanta l’A. ha conosciuto un notevole sviluppo, sia sul piano del dibattito teorico – in un fitto intreccio con le riflessioni sull’–>Etica dell’ambiente – che su quello dell’azione pratica. Nel pensiero animalista si distingono oggi posizioni radicalmente biocentriche (–>Biocentrismo), che teorizzano una giustizia interspecifica basata sull’appartenenza sia dell’uomo che degli animali ad una stessa comunità di viventi; altre che limitano la titolarità di diritti soggettivi solo a certe categorie di animali (quelli che provano piacere e dolore nell’impostazione utilitarista di –>Singer, quelli “senzienti” secondo l’idea giusnaturalista di –>Regan), altre ancora che ricavano la necessità di avere considerazione morale verso gli animali non da una visione ecocentrica (–>Ecocentrismo) delll’interesse umano (–>Midgley).
Intrecciata a questo ricco confronto intellettuale, si è registrata la crescente diffusione, in particolare nel mondo anglosassone ma sia pure più debolmente in tutto l’Occidente, di una sensibilità sociale animalista, con gruppi e associazioni (in Italia la più importante è la Lega anti-vivisezione) che si battono contro la vivisezione, gli allevamenti intensivi, le pellicce, la caccia, gli zoo, i circhi con animali e tutti gli spettacoli in cui viene usata violenza sugli animali, a cominciare dalla corrida. Evidenti punti di contatto vi sono tra l’A. e l’–>Ambientalismo, entrambi legati ad una visione solidale del rapporto tra l’uomo e il mondo vivente, sebbene l’A. si preocupi più delle condizioni di vita degli animali in quanto individui che non della conservazione delle specie come parti degli ecosistemi e della diversità biologica; e squisitamente animalista – oltre che salutista (–>Salutismo) – è la motivazione su cui milioni di persone fondano la scelta di un’alimentazione vegetariana (–>Vegetarianesimo). Infine, accanto alla grande maggioranza delle associazioni animaliste che si riconoscono nei princìpi della –>Nonviolenza, vi sono gruppi fondamentalisti (–>Fondamentalismo) quali l’inglese “Animal liberation front” che praticano forme di azione illegale e violenta, sebbene non rivolta contro le persone, come blitz per liberare le cavie dai laboratori e il bestiame dagli allevamenti, o attentati a pelliccerie e macellerie.