Save the Queen, salviamo le api a rischio estinzione

Preziosi impollinatori, ma anche sentinelle ecologiche e bioindicatori della qualità dell’aria: stiamo parlando delle api, in Italia a serio rischio estinzione. Nella lista rossa delle api italiane minacciate, pubblicata dalla IUCN nel 2018, delle 151 specie di api native in Italia, cinque sono in pericolo critico di estinzione e non sono state ritrovate di recente, pertanto sono considerate potenzialmente estinte, altre 2 specie sono in pericolo critico, 10 specie sono in pericolo, 4 specie sono vulnerabili (in totale sono quindi 21 le specie a rischio di estinzione) e altre 13 sono prossime a uno stato di minaccia. I cambiamenti climatici, l’impiego di molecole chimiche di sintesi (neonicotinoidi), metodi di agricoltura intensiva, invasione di specie aliene ma anche modifiche dell’uso e nella gestione del suolo incidono sulla loro sopravvivenza. Per questo, è fondamentale tutelare questi impollinatori con il contributo degli apicoltori, ambasciatori e custodi della natura.

In vista della Giornata mondiale delle api, Legambiente lancia una campagna in dieci azioni per tutelarne la sopravvivenza. Save the Queen, questo il nome dell’iniziativa, si propone di tutelare le api attraverso una campagna firme, di informare i cittadini, fare rete con i territori e sensibilizzare i consumatori, il mondo istituzionale e quello imprenditoriale per mettere in campo interventi concreti. L’obiettivo primario? Creare alleanze con gli apicoltori, il cui ruolo è fondamentale per la custodia della natura.

La campagna, che ha come simbolo l’ape regina, è realizzata in partnership con Frosta, in prima linea sul fronte della sostenibilità ambientale e prima azienda ad aderire a Save the queen. La partnership tecnica è invece della start-up Beeing, avrà un suo spazio virtuale specifico, agricoltura.legambiente.it/save-the-queen, in cui si potranno trovare informazioni sulle api, ma anche diversi contenuti di approfondimento, foto e video. Sempre attraverso la sezione dedicata sul sito di Legambiente Agricoltura sarà inoltre possibile firmare la petizione per chiedere alla Commissione europea di sostenere un modello agricolo che permetta di tutelare la biodiversità e ridurre drasticamente i principi attivi pericolosi utilizzati in agricoltura, arrivando alla loro eliminazione entro il 2035.

Le dieci azioni di Save the Queen: una mappatura capillare nella penisola per individuare pesticidi e metalli pesanti attraverso le api, in collaborazione con Beeing; l’adozione di arnie; più orti urbani; accordi specifici con aziende agricole per tutelare e incrementare la presenza di api e insetti pronubi nei territori attraverso, ad esempio, la coltivazione di piante mellifere; campagne informative rivolte ai cittadini con percorsi didattici e attività di sperimentazione, coinvolgendo anche il mondo universitario e della ricerca; pressing sul mondo istituzionale per chiedere interventi e risposte concrete; creazione di una rete di Comuni amici delle api; creazione di una rete di Parchi “Save the queen” messa in campo di azioni economiche a sostegno diretto di filiere agricole produttive virtuose; realizzazione di una linea di miele Save the queen, selezionando apicoltori che operano nel massimo rispetto delle api e degli ambienti naturali per creare, così, una selezione di mieli italiani di alta qualità.

LE API, qualche dato per conoscerle meglio. Conosciute per la loro grande operosità e la produzione di miele, le api formano sistemi estremamente complessi all’interno dei quali ogni individuo non lavora per sé ma per la sopravvivenza dell’intera colonia, costituendo società di stampo matriarcale fondata sulla cooperazione. Gli Apoidei, la superfamiglia di insetti dell’ordine degli imenotteri (cui appartengono circa 20.000 specie, tra cui una delle più importanti è proprio l’apis mellifera), insieme agli altri insetti pronubi come coleotteri e lepidotteri, forniscono un servizio ecosistemico fondamentale nel promuovere la biodiversità. Sono infatti responsabili della riproduzione di oltre l’80% della flora naturale esistente, erbacea, arbustiva e arborea e favorendo l’impollinazione di più del 75% delle piante coltivate. In questo modo contribuiscono alla produzione di 150 diverse colture agricole che da essi possono dipendere parzialmente o come spesso accade interamente.

Legambiente ricorda che oggi solamente le colonie di api allevate (Apis mellifera), e quindi sottoposte al controllo degli apicoltori, sopravvivono, mentre sono fortemente rarefatte (almeno in Europa) le api selvatiche. Questo fenomeno ha portato alla forte riduzione degli alveari naturali, con conseguente perdita del patrimonio genetico complessivo.

“Con Save the queen – spiega Giorgio Zampetti, direttore generale Legambiente – non solo vogliamo puntare l’attenzione su questi impollinatori che svolgono un ruolo vitale per la Terra, ma mettere in campo una serie di azioni che coinvolgano prima di tutto gli apicoltori, le aziende e i cittadini. Allo stesso tempo, è però importante che arrivino risposte anche dal mondo istituzionale e politico. Servono azioni di tutela non più procrastinabili, a partire dall’eliminazione dei principi attivi nocivi come i neonicotinoidi, la diffusione dell’applicazione di criteri di produzione agroecologici orientati all’agricoltura biologica e l’adozione di un piano d’azione per l’uso sostenibile dei prodotti fitosanitari orientato alla tutela della biodiversità, definendo obiettivi, quantitativi di riduzione dell’uso dei pesticidi e dei rischi per la salute dell’uomo e degli altri esseri viventi in ambito agricolo, rurale e cittadino”.

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