Ri-Lab di ecosartoria, nelle Marche il restyling dei vecchi indumenti è verde e inclusivo

Abiti dimenticati in fondo all’armadio, vecchie camicie o jeans dal taglio fuori moda, capi intramontabili ma con qualche buco da rattoppare. Chi di noi non possiede uno di questi pezzi nel proprio guardaroba? Nelle Marche da poche settimane, c’è una nuova “officina” con una missione speciale: dare nuova vita a indumenti che altrimenti andrebbero dismessi.

È il primo Ri-Lab di Ecosartoria della regione, un laboratorio pratico gratuito per imparare le basi del mestiere e applicarle al restyling e riciclo di capi di abbigliamento, sorto all’interno del Civico Verde Grottammare, inaugurato il 7 settembre scorso nel piccolo comune in provincia di Ascoli Piceno.

Luogo dove coniugare sostenibilità e inclusione sociale, il Civico Verde di Grottammare è uno dei 16 Ri-Hub parte di ECCO (Economie Circolari di COmunità), progetto finanziato dal Ministero del Lavoro e promosso da Legambiente con l’obiettivo di promuovere e sviluppare l’economia circolare su scala nazionale e locale. Ciascuno dei Ri-Hub inseriti nel progetto, disseminati in 13 regioni italiane, si propone di sviluppare vere e proprie “filiere ecosostenibili”, non solo per favorire il riuso, ma anche per dare la possibilità di acquisire nuove competenze e facilitare così l’inserimento lavorativo di chi vi prende parte.

Il Ri-Lab di Ecosartoria a Grottammare nasce in collaborazione con èEtico, sartoria marchigiana di abbigliamento femminile e dall’approccio totalmente sostenibile. Uno spazio in cui si realizzano vestiti con tessuti naturali, si colorano con inchiostri autoprodotti e si eseguono stampe vegetali.

Tra gli scopi del laboratorio, c’è quello di rendere maggiormente consapevole la comunità dei risvolti negativi della moda “usa e getta” e promuoverne invece una più sostenibile. Al termine del corso, l’idea è quella di realizzare, insieme ai partecipanti che lo desirano, dei project work utili a creare un prodotto o un’attività di riparazione, per reintegrare giovani e meno giovani che vivono condizioni di marginalità sul territorio, grazie all’acquisizione di competenze verdi, sempre più richieste nel mercato del lavoro. Basti pensare che, ad esempio, il valore generato dalla compravendita dell’usato in Italia è pari a 23 miliardi di euro, come rilevato dall’Osservatorio Second Hand Economy.

La filiera del tessile è una delle due già individuate dal polo di Grottammare. Grazie a un protocollo d’intesa firmato con Adriatica Oli srl, che fornirà oli vegetali esausti filtrati e depurati, si terrà infatti un corso che metterà al centro il recupero di oli vegetali per produrre saponi.

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