“Giardini sul mare”, rotta verso Pantelleria

Il progetto Bellezza Italia, ideato da Legambiente in collaborazione con il Gruppo Unipol, nasce per favorire la riqualificazione dei territori del nostro paese con la messa in campo di azioni concrete e politiche attive. La ricchezza che si snoda da Nord e Sud della nostra penisola, sia da un punto di vista paesaggistico che culturale, non lascia dubbi sull’importanza di continuare a percorrere strade che favoriscano la diffusione e il mantenimento della sua bellezza e delle molteplici risorse. Infatti, sempre con l‘intenzione di preparare al meglio i territori alla ripida scalata dei cambiamenti climatici, sono in corso interventi mirati e di recupero, in particolare dove fenomeni di degrado ambientale e sociale si manifestano in modo più invadente, favorendo così la cosiddetta cultura della legalità – e della bellezza.

Proprio nell’ambito del progetto “Bellezza Italia”, incontriamo “Giardini sul Mare” un’immersione nella natura dell’affascinante isola siciliana.

Con l’intervento a Pantelleria – dichiara Marisa Parmigiani, Responsabile Sostenibilità Gruppo Unipol – si conclude il secondo protocollo tra il Gruppo Unipol e Legambiente volto alla cooperazione per interventi di recupero e tutela delle bellezze paesaggistiche del nostro Paese”. Questo l’aspetto da guardare con più attenzione spiega Edoardo Zanchini, vicepresidente di Legambiente – Vogliamo far conoscere e riscoprire un’altra bellezza del nostro Paese che arriva dalla Sicilia e che unisce agricoltura, valorizzazione del territorio, ma anche lotta ai cambiamenti climatici. Grazie infatti allo sviluppo di adattamenti in grado utilizzare al meglio le risorse locali, l’agricoltura di Pantelleria si è mantenuta attiva ed ha sostenuto la vita degli abitanti dell’Isola per un lunghissimo periodo della storia del Mediterraneo, creando un paesaggio agrario con caratteristiche uniche che racconteremo con questo progetto, invitando anche a replicare la realizzazione di questi giardini panteschi che hanno una grande capacità di resilienza anche in presenza di forti limitazioni ambientali”.

Infatti, al centro del progetto, troviamo proprio gli antichi giardini dell’isola siciliana, un valore inestimabile all’interno di un territorio dal difficile microclima, a cui i muretti costruiti a secco che li costituiscono si prestano perfettamente. Grazie alla collaborazione istituita con l’Ente Parco Nazionale dell’isola e con l’Università degli studi di Palermo, è stata messa in campo un’azione di monitoraggio e censimento dello stato dei circa 300 giardini presenti sull’isola, attraverso la rilevazione di dati relativi alla tipologia dei materiali e alle differenti tecnologie utilizzate per la loro costruzione. “Grazie a questa collaborazione con Legambiente e il Gruppo Unipol, il Parco intende avviare un progetto di valorizzazione dei giardini panteschi sparsi in tutta l’isola.  Il giardino pantesco rappresenta nel suo genere sia per caratteristiche architettoniche – monumentali sia per la funzione ecosostenibile un unicum di un microcosmo che è l’isola di Pantelleria, dove il rapporto simbiotico fra natura e uomo ha saputo trasformare ciò che la natura ha creato da un vulcano sommerso” ha commentato Salvatore Gino Gabriele, presidente dell’Ente Parco Nazionale Isola di Pantelleria.

Questo progetto ha degli obiettivi strategici, ognuno legato al principio di mantenimento e riqualificazione di quei territori – grazie al coinvolgimento di comunità territoriali e sinergie con imprese ed istituzioni locali –. Si tratta del progetto di recupero Ente Parco, attraverso l’identificazione dei giardini prioritari e la proposta di linee guida per la loro conservazione, l’istituzione di un itinerario che garantisca accessibilità per tutti e l’intenzione di far partire progetti di cooperazione transfrontaliera per la condivisione di buone pratiche e tavoli di ricerca mirati. Ad ogni rilevazione, gli esperti sul posto scoprono giardini nascosti, nella maggior parte dei casi scambiati per semplice vegetazione e manufatti di cui vengono esaminate le caratteristiche – come i materiali costruttivi e la relativa lavorazione, la dimensione, il tipo di ingresso, gli edifici annessi e il loro uso ed ultimo, non per importanza, lo stato colturale e vegetativo del giardino. Queste schede personalizzate daranno la possibilità in primis di conoscere quel territorio – e dunque quel giardino – non soltanto dal punto di vista morfologico, poi saranno fondamentali per l’elaborazione di un focus sulla condizione micro climatica del territorio e un esame della sua biodiversità accompagnerà un vademecum – che concluderà il progetto nel mese di settembre – con informazioni per replicare altrove i giardini panteschi – accanto ad itinerari da trekking e percorsi mappati virtualmente con l’auspicio di diffondere, e conservare,  quanta più bellezza possibile.

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