Costruire un albero con il materiale che trovi in casa; disegnare un arcobaleno sul supporto che ti pare; colorare una scatola di uova, un colore per spazio, poi trovare un oggetto dello stesso colore da metterci dentro. Ma non solo, e non smettere di cantare “Io sono come un albero”, la canzone che si intonava nel bosco. Poi, volendo, si può mandare l’audio alla maestra. Solo se e quando si vuole. Nessun obbligo, nessuna piattaforma di video conferenza, non serve nemmeno un computer per inviare le foto di disegni e collage o i messaggi vocali, basta lo smartphone di mamma o papà. In questi giorni di coronavirus e di reclusione in casa, “La scuola nel bosco” si è dovuta reinventare.
Tiziana Boccanera, presidente del circolo Legambiente Parco della cellulosa a Roma, che da sei anni porta avanti questo progetto pedagogico volto a favorire un rapporto continuativo dei bambini con la natura, racconta come insieme agli altri operatori abbia deciso di “stare vicino ai bimbi ora che si sono interrotte le attività della Scuola nel bosco”, suggerendo tramite le insegnanti attività da fare a casa e poi condividere.
Attività semplici, che lasciano ampio spazio all’immaginazione. Come quelle che in tempi normali i bambini e le loro maestre, una volta a settimana, fanno nel Parco della cellulosa e nella riserva naturale della Tenuta dei Massimi, secondo una routine ben precisa, con quella ripetitività che tanto piace ai piccoli.
“La prima ora – racconta Tiziana, che ha due figli di 7 e 8 anni e proprio per loro si è messa in questa avventura – è quella dell’accoglienza, in cui aspettando di essere al completo, si gioca in autonomia nella ‘tana’ con le costruzioni di legno, il plastico e gli animaletti o si disegna. Dalle 9 in poi attività: gioco libero e giochi di gruppo, per esempio costruire torte di fango per l’albero o il laboratorio di ecoprinting, una tecnica di stampa con le foglie e la luce del sole. Il pranzo al sacco arriva dalla mensa. Il circolo, dall’inizio, faceva educazione ambientale, sfruttando le opportunità del parco della cellulosa, ma sei anni fa abbiamo deciso di cambiare modalità rispetto alla didattica tradizionale e seguito dei seminari per approfondire la pedagogia del bosco”.
Diverse sezioni di otto scuole materne, 25 bambini per sezione, di tre e di cinque anni, sei operatori “appassionati di natura” come li definisce Tiziana: i numeri della scuola nel bosco sono questi. Le attività proposte sono, di anno in anno, legate a temi inseriti nel piano di offerta formativa. I diritti dei bambini di Gianfranco Zavalloni sono il tema del 2020. Tra questi, il diritto a sporcarsi, per cui l’anno era iniziato giocando con la terra. Liberi per ora di sporcarsi in casa!