Salsa Popolare, un rito di comunità per una società solidale

L’iniziativa agostana di Legambiente Trani, insieme ad altre associazioni, per riscoprire una tradizione antica, denunciare lo sfruttamento dei braccianti e gli sprechi alimentari, rispondere alla crisi puntando su agricoltura sociale e reti d’economia circolare e solidale

Il lento sobbollire dei pomodori in grandi pentoloni accompagna i ricordi estivi di molti di noi e si lega a una pratica tanto antica quanto radicata nella nostra cultura popolare e contadina: è il rito della salsa, che Legambiente TraniCozinha NomadeAmbulatorio popolare di Barletta – OdV e ZicZic hanno voluto rivivere insieme ad alcuni alunni del corso d’istruzione per adulti (indirizzo alberghiero) dell’ISSS “Aldo Moro” di Trani. Per restituire il giusto valore a questa tradizione agostana e riscoprire quel senso di appartenenza e d’identità generato dalla raccolta e lavorazione dei prodotti della terra, unendo antichi saperi e innovazione sociale.

Salsa Popolare – questo il nome scelto per l’iniziativa che ha visto impegnati i volontari pugliesi alla vigilia del Ferragosto – vuole essere anche una pratica di denuncia dello sfruttamento dei braccianti impegnati nella filiera industriale del pomodoro, in gran parte migranti. Un’occasione per divulgare il progetto “Una tavola più grande”, che prova a chiudere la filiera del recupero di sprechi ed eccedenza alimentari, nonché l’azione conclusiva del percorso didattico rivolto agli adulti “Il Pomo del Riscatto” che ha unito formazione, diritti e tutela del territorio.

L’iniziativa punta inoltre a una prototipizzazione di prodotto alimentare da agricoltura sociale, capace di rispondere alla crisi attraverso reti di economia circolare e solidale.

Una sperimentazione resa possibile grazie al dono dei pomodori eccedenti da parte di un piccolo agricoltore, proseguita con il lavoro gratuito dei volontari, che si concluderà con la donazione della passata alle famiglie più bisognose, spiega Legambiente Trani, “in barba al ladro, all’odiatore e allo sfruttatore”.

Fare la salsa, scrive l’associazione, “è stato, non lamentarsi per ciò che non va, ma lavorare per un obiettivo comune, sorridendo e mangiando insieme, mettendo le basi per una nuova filiera agroalimentare, basata sulle relazioni umane e non sul profitto, capace di produrre buon cibo, lavoro dignitoso, tutela dell’ambiente e valorizzazione del territorio”.

Perché un’altra economia, solidale e collaborativa, è possibile. Tutti insieme.

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