Puntare sugli ambasciatori del territorio per rilanciare l’agricoltura e le produzioni locali: la sostenibilità agricola è possibile e a portata di mano, come dimostrano le storie raccolte regione per regione da Legambiente. Storie di agricoltori, artigiani, produttori che operano nel rispetto del patrimonio ambientale, sociale, culturale dei territori, mettendo al centro la salute dei consumatori e offrendo una concreta opportunità di sviluppo sostenibile a tutta la comunità locale.
“Un presidio unico da tutelare oltre che una vera e propria cassaforte di tradizioni, culture e saperi che devono continuare ad essere tramandati di generazione in generazione, puntando anche sulle nuove tecnologie” secondo il responsabile agricoltura di Legambiente Angelo Gentili, che sottolinea l’importanza di queste buone pratiche in occasione del cinquantesimo anniversario della Giornata mondiale della terra, celebrato oggi in piena emergenza Covid 19. Un 22 aprile in cui si avverte forte l’esigenza di proteggere il pianeta, per la salute di tutti, e dedicato alla crisi climatica.
Secondo l’Agenzia Europea per l’Ambiente, l’agricoltura dell’Europa del sud sarà sempre di più messa in ginocchio dalla crisi climatica, con ondate di calore, alluvioni, siccità e altri eventi meteorologici estremi che metteranno a dura prova le coltivazioni cosiddette non irrigue, facendole diminuire in trent’anni di circa il 50%. “E guardando al prossimo futuro – aggiunge Angelo Gentili – la situazione è ancora più preoccupante: alla fine del secolo, tali coltivazioni subiranno una ulteriore riduzione, raggiungendo quota – 80%”.
Per questo, le linee guida sull’agricoltura sostenibile, su cui lavora il polo nazionale per l’agroecologia circolare di Rispescia, sono per l’associazione una priorità e una sfida importante. Occorre porre al centro del dibattito le modalità necessarie alla salvaguardia della produzione primaria e mettere definitivamente da parte l’agricoltura intensiva e industriale, che molto incide sulla crisi climatica; l’auspicio è che il governo dia seguito a misure strutturali. “Puntando su un nuovo modo di fare agricoltura non solo si avrà la possibilità di scrivere un nuovo futuro sia per le PMI che per le grandi industrie ma anche di dare un contributo concreto alla mitigazione degli effetti della crisi climatica” prosegue Gentili. La proposta è quella di creare un meccanismo premiante che dia un nuovo impulso alla drastica riduzione dell’utilizzo di pesticidi e di molecole di sintesi pericolose, dannosi per la conservazione della biodiversità, e di puntare con decisione sui distretti agroalimentari in chiave eco-sostenibile, attraverso i quali consentire all’Italia di rendersi protagonista non solo di un rilancio economico green ma anche di un nuovo modo di fare agricoltura. Garantendo, inoltre, lo sviluppo dei nostri territori, dove il fenomeno dell’abbandono delle aree coltivate è in costante aumento con tutte le conseguenze negative che ciò comporta.