La solidarietà non va in vacanza e neanche in cassa integrazione

Durante il lockdown abbiamo imparato a fare a meno di molto cose, ma c’è qualcosa di davvero necessario per la sopravvivenza di ognuno di noi: il cibo. Nell’ottica di un’emergenza che si è dimostrata non soltanto sanitaria ma anche economica e sociale, esiste una fetta sempre più grande di cittadini che di fatto vivono una condizione di marginalità. Si, perché non bisogna andare molto lontano per vedere scardinata la nostra routine giornaliera, così come la immaginiamo. Un’immersione nella periferia sud-est della Capitale, ci ha portati a scoprire Nonna Roma, un‘associazione di volontari, nata nel maggio 2017 tra le mura del circolo Arci Sparwasser, impegnata in prima linea nella lotta alla marginalità sociale. L’impegno di questa giovane associazione continua su vari fronti: dall’emergenza affitti, agli sportelli legali gratuiti e laboratori di dopo-scuola. Ma nell’epoca Covid-19, la voce più grossa è quella dei cittadini che richiedono sostegno di genere alimentare segno che questa crisi legata al coronavirus sta facendo acuire situazioni di povertà e disagio sociale.

Dall’inizio dell’emergenza al 10 maggio, sono 5210 i pacchi consegnati a 4602 famiglie, per un
totale di 16107 persone aiutate. Un innalzamento delle richieste che non ha trovato impreparati i volontari di Nonna Roma, che anche oggi in piena Fase 2, dalla base operativa di viale Togliatti 979, tra i quartieri popolari di Centocelle e Quarticciolo, continuano a caricare furgoni pieni di speranza e gratitudine.

Tutto questo è possibile grazie ad una catena solidale che non si è fermata e che, sostenuta da un sistema integrato tra spesa sospesa e crowdfunding online, oggi riesce a coprire tutti i municipi della città, raggiungendo anche il Comune di Ciampino. Ne abbiamo parlato con Alberto Campailla, presidente dell’associazione Nonna Roma: “La spesa sospesa è un sistema attivato attraverso una serie di accordi con singoli supermercati e negozi. Nell’esercizio viene messo a disposizione un carrello con un volantino che spiega a chi saranno destinati i prodotti. Periodicamente, i volontari passano a recuperare la spesa che i clienti hanno lasciato durante la settimana, portando tutto nel magazzino centrale in viale Togliatti. Abbiamo attivato anche una raccolta fondi online, lanciata attraverso la nostra pagina facebook, in cui spieghiamo come questi verranno utilizzati e in che modo è possibile effettuare donazioni, sia tramite il conto corrente dell’associazione che con il sistema PayPal. Una parte dei pacchi che distribuiamo, invece, provengono dal Comune di Roma che li gestisce attraverso i municipi nei confronti dei quali Nonna Roma si è messa a disposizione. Il nostro prossimo obiettivo – aggiunge Campailla – è aprire punti territoriali sparsi nella città per poter lavorare in maniera ancora più capillare e aprire un emporio solidale accessibile ai cittadini. Un vero e proprio supermercato sociale, dove sarà direttamente la persona a decidere cosa mettere nel pacco, in base alle proprie necessità, determinando così un meccanismo di individuale. Dalla nostra esperienza, pensiamo che se non ci fosse stata Nonna Roma e tante altre realtà che si sono attivate in questi due mesi di emergenza, non avremmo potuto escludere una replica di quanto è successo a Palermo ad inizio Aprile”.

In che modo capire chi ha bisogno di aiuto? Le famiglie vengono segnalate dai municipi d’appartenenza, da altri enti e associazioni o attraverso una autocertificazione volontaria messa a disposizione da Nonna Roma compilata direttamente dai richiedenti.

Anche Legambiente è vicina attivamente alla catena solidale di Nonna Roma, grazie all’impegno del circolo Legambiente “Si Puo’ Fare”, che svolge attività nel V Municipio della Capitale: “Due socie del circolo, Letizia Intilla e Annamaria Bonesi, collaboravano da tempo con Nonna Roma. Durante questo periodo di emergenza, proprio a causa dell’aumento vertiginoso delle richieste di aiuto, abbiamo deciso di dare un supporto maggiore e più strutturato al progetto coinvolgendo molti altri nostri volontari – ci racconta Fabio Brandoni, presidente del circolo Legambiente “Si Puo’ Fare” –  A causa del Covid-19 e del necessario lockdown, infatti, oggi Nonna Roma supporta non solamente chi vive in condizioni di marginalità ma anche quella parte della popolazione che prima della pandemia poteva essere considerata “a rischio sociale” ma che non avrebbe avuto bisogno del sostegno di un banco alimentare. Dobbiamo quindi purtroppo constatare come la richiesta, oltre ad essere aumentata nel numero, si sia nettamente diversificata, ampliando così la forbice delle disuguaglianze. Nella drammaticità della situazione l’unica nota positiva è data proprio dall’operato delle associazioni di solidarietà. L’esperienza del banco alimentare, come le tante altre attività di supporto alla popolazione che si registrano nella nostra città e più in generale nel Paese, ribadisce il ruolo centrale che il terzo settore ricopre nella società e dimostra che è possibile costruire reti territoriali che funzionino da veri e propri motori per la coesione sociale”. 

L’emergenza sanitaria ha portato a galla le lacune di un welfare fatto di maglie troppo larghe. C’è una catena di solidarietà che apre a molteplici scenari, ma allo stesso tempo è chiaro per tutti, che la solidarietà da sola non basta. Sono imprescindibili strumenti finanziari adeguati per favorire un miglioramento che possa essere qualitativo, oltre che quantitativo – per la messa a punto di un sistema di sostegno e assistenza che si rivela sempre più indispensabile, facendo largo ad un welfare che sia più inclusivo e che non lasci indietro nessuno.

Carlotta Boni

Ti consigliamo anche