Emergenza clima, l’impatto dei mutamenti climatici in Italia nel 2020

Il 2020, un anno che non dimenticheremo, ha comprensibilmente spostato tutta la nostra attenzione sulla pandemia, ma nel frattempo non si sono arrestati gli eventi scatenati da un “clima impazzito” che destano altrettanta preoccupazione.

Temperature in aumento e fenomeni meteorologici intensi ed estremi dovuti alla crisi climatica hanno causato in tutto il mondo danni ai territori, alle città ed alla salute dei cittadini.

Il 2020 oltre ad averci scagliato nel mezzo di una pandemia, è stato anche l’anno con il mese di novembre più caldo della storia a livello globale e, per l’Europa, l’autunno più mite da quando esistono rilevazioni (dati Copernicus Climate Change Service).

Difficile anche la situazione in Italia con un 2020 segnato da un aumento della temperatura media, un’estate nel complesso più calda e precipitazioni sopra la media. 

L’anomalia termica complessiva è stata di +1.5°C, la sesta più elevata degli ultimi 60 anni. In crescita anche gli eventi estremi: nel 2020 sono stati registrati nel nostro paese  239 fenomeni metereologici intensi – dato in crescita rispetto ai 186 eventi del 2019 – e 20 vittime. 101 sono stati i casi di allagamenti da piogge intense; 80 casi, invece, di danni da trombe d’aria – in forte aumento rispetto alle 48 del 2018 ed alle 69 del 2019, 19 esondazioni fluviali, 16 danni alle infrastrutture, 12 casi di danni da siccità prolungata, 10 di frane causate da piogge intense.  In aumento anche gli eventi che riguardano due o più categorie, ad esempio casi in cui esondazioni fluviali o allagamenti da piogge intense provocano danni alle infrastrutture.

Questi i dati poco rassicuranti elaborati dallOsservatorio CittàClima di Legambiente – realizzato in collaborazione con il gruppo Unipol e con il contributo scientifico di Enel foundation – che segnala con preoccupazione il bilancio complessivo sugli eventi estremi che hanno colpito l’Italia nel 2020. Dati e numeri, da consultare nella mappa interattiva del rischio climatico nelle città italiane, che ci dimostrano ancora una volta l’urgenza di intervenire per ridurre le emissioni di gas serra, che sono la causa dei cambiamenti climatici, e per limitare gli impatti nei territori e i rischi per la vita e la salute delle persone.

Ma quali sono le risorse che l’Italia sta mettendo in campo? A che punto siamo?

L’Italia è ancora tra i pochi Paesi dell’Unione Europea a non disporre di un piano d’adattamento al clima e a continuare la rincorsa ai danni anziché puntare sulla prevenzione” – il commento di Edoardo Zanchini, vicepresidente di Legambiente –  “Non c’è più tempo perdere, il Governo abbia il coraggio di mettere al centro del Piano nazionale ripresa e resilienza l’adattamento al clima di città e territori, individuando le aree prioritarie e prevedendo interventi strutturali che vadano in questa direzione, facendo in modo che il 2021 possa essere per l’Italia l’anno della svolta per accelerare davvero la transizione ecologica del Paese. È ora il tempo delle scelte, prima che sia troppo tardi”.

Il fattore tempo, come ci confermano da anni i più autorevoli rapporti internazionali, è il nodo centrale della questione. Bisogna agire in fretta. C’è da augurarsi che il 2021 possa, anche in questo senso, segnare finalmente una rinascita.

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