Ecosistemi e biodiversità a rischio, i webinar di Legambiente

Qual è lo stato di salute del nostro patrimonio naturalistico? E quali sfide ci attendono nel post lockdown? Sono gli interrogativi al centro di tre nuovi webinar organizzati da Legambiente il 12, il 14 e il 21 maggio in vista della Giornata mondiale della Biodiversità che si celebra il 22 maggio. Insieme a esperti del settore, l’associazione ambientalista discuterà di foreste, ecosistemi d’acqua, specie a rischio, in tre diversi appuntamenti in diretta streaming sulla pagina Fb di Legambiente, La Nuova Ecologia e sul sito nuovaecologia.it.

Di foreste e verde urbano, in particolare, si è parlato nel primo webinar dal titolo La tutela degli ecosistemi agroforestali, moderato da Francesco Loiacono, direttore de La Nuova Ecologia e coordinato da Antonio Nicoletti, Responsabile Nazionale Aree Protette e Biodiversità, Stefano Raimondi, Coordinatore Aree Protette e Biodiversità e Federica Barbera dell’Ufficio Aree Protette e Biodiversità di Legambiente. Parteciperanno Alessandra Stefani, DG forestale Mipaaf, Renzo Motta Presidente Sisef e Danilo Marandola rea-Bp.

Rivedi qui di seguito la diretta

A fornire un quadro del nostro patrimonio boschivo e dell’importanza della sua salvaguardia sono i dati raccolti da Legambiente. Più di un terzo della superficie nazionale è ricoperto da boschi, che contribuiscono a mitigare gli effetti del riscaldamento globale assorbendo carbonio. La quantità di carbonio organico accumulato annualmente nelle foreste italiane (dati Rapporto Foreste del MIPAAF) ammonta a 1,24 miliardi di tonnellate, in media 141,7 t/ha, corrispondenti a 4,5 miliardi di anidride carbonica assorbita dall’atmosfera. Seppure in crescita, per via dell’abbandono dei terreni agricoli e di quelli legati ai pascoli, questi polmoni verdi sono sempre più vulnerabili e fragili per via degli impatti dei cambiamenti climatici, degli eventi estremi e a causa degli incendi e delle nuove specie aliene arrivate in Italia.

Altra questione importante, il verde urbano in città. Le piante e le zone verdi aiutano, ad esempio, ad abbassare la temperatura dell’aria dai 2°C agli 8°C, a ridurre l’utilizzo del condizionatore del 30% e far risparmiare dal 20% al 50% sui costi per il riscaldamento, e soprattutto contribuiscono a migliorare la qualità dell’aria. Un albero può assorbire mediamente fino a 20 kg di CO2 all’anno e i grandi alberi, all’interno delle aree urbane, sono eccellenti filtri di agenti inquinanti, mentre un ettaro di bosco può assorbire fino a 5 tonnellate di CO2 all’anno.

Altri due temi cruciali, al centro dei prossimi due incontri, saranno la tutela delle specie a rischio (webinar del 14 maggio) e la tutela degli ecosistemi d’acqua (21 maggio). Spunto di riflessione da cui partire, anche in questo caso, sono i dati raccolti dall’associazione.

A cominciare da quello sulla ricchezza del patrimonio naturalistico italiano. L’Italia è infatti il Paese europeo con maggiore biodiversità – custodisce circa il 37% del totale della fauna euromediterranea – ma oggi flora e fauna sono sempre più in sofferenza e in pericolo.

L’associazione ambientalista ricorda inoltre che, secondo la lista stilata dalla Convezione di Ramsar, sono oltre 220 milioni gli ettari coperti dalle zone umide nel mondo, rifugio per volatili, piante, mammiferi, anfibi, pesci e invertebrati. Di questi, 82.331 ettari (circa 15.000 con superficie agricola) si trovano in Italia, Paese che conta 65 siti Ramsar e, complessivamente, ben 1520 zone umide secondo l’inventario del PMWI (il Pan Mediterranean Wetland Inventory di Med Wet). 

Ma gli ultimi dati IUCN mettono in evidenza il problema legato alla perdita della biodiversità, con 596 su 2807 specie animali che in Italia rischiano di scomparire, minacciate da cambiamenti climatici, sfruttamento delle risorse naturali, frammentazione e perdita di habitat, inquinamento e pesticidi, introduzione di specie aliene invasive, urbanizzazione e infrastrutture.

“La pandemia che ha colpito l’Italia e il resto del mondo – dichiara Antonio Nicoletti, responsabile aree protette e biodiversità di Legambiente – ha aperto anche una grande riflessione sul tema della tutela e valorizzazione degli ecosistemi e della biodiversità, quest’ultima con il lockdown si è avvicinata agli spazi urbani. Ora più che mai, in quello che è un anno cruciale per raggiungere gli obiettivi fissati con la Strategia Nazionale per la Biodiversità, è fondamentale definire politiche a breve e lungo termine per affrontare il cambiamento climatico, l’inquinamento, l’invasione di specie aliene e gli altri fattori che stanno portando ad una perdita senza precedenti di biodiversità. Allo stesso tempo è importante puntare su una gestione forestale in chiave sostenibile dell’intero patrimonio forestale italiano, su bioeconomia e sviluppo delle filiere e dei servizi ecosistemici, senza dimenticare la rigenerazione urbana e il prezioso contributo che i boschi possono dare per migliorare le città e le qualità dell’aria”.

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