Tutti sappiamo che in questo momento ci è richiesto di restare a casa, evitare il più possibile di uscire per evitare ulteriore diffusione del coronavirus e mettere a rischio le fasce più deboli della popolazione. La nostra permanenza forzata nell’ambiente domestico ci impedisce di creare momenti di aggregazione, ma anche di andare a lavoro evitando così l’utilizzo di mezzi inquinanti come auto e scooter oltre ad aver fermato buona parte della nostra produzione. È sicuramente un momento molto difficile e di grandi incertezze, che ha portato con sé una riduzione degli inquinanti da questi settori delle nostre città.
A seguito dell’emergenza e delle disposizioni introdotte, anche le Arpa, che monitorano giornalmente dalle loro centraline i dati sulla qualità dell’aria, hanno rilevato cali significativi delle concentrazioni di polveri sottili e di biossido di azoto riconducibili, oltre che alle condizioni meteo climatiche del periodo, anche al calo del traffico veicolare.
Questo miglioramento molto importante deve sicuramente farci riflettere, ma la nostra attenzione in questi giorni deve essere posta ad altre forme di inquinamento atmosferico, come quello indoor.
Oggi tra smartworking, università online, master in diretta facebook passiamo quasi la totalità delle nostre giornate nelle nostre stanze ed è in questo momento risulta assai più importante prenderci cura di noi e dello spazio che stiamo vivendo senza dimenticare l’importanza del comfort abitativo e della salubrità interna delle nostre case. Infatti i rischi legati all’inquinamento interno sono maggiormente connessi non tanto alla concentrazione degli agenti inquinanti, ma alla durata dell’esposizione, ovvero alla concentrazione integrata nel tempo, che in questo momento è 100%.
Inoltre all’aumentare del numero delle persone ed animali presenti in un ambiente confinato, in assenza di adeguata ventilazione, aumenta il numero di sorgenti di contaminanti biologici e di emissioni dirette e non di CO2.
Anche le nostre abitudini influenzano molto queste concentrazioni inquinanti, attraverso la cottura di cibi produciamo infatti CO, NOx, SO2 e, particolato, a seconda di quanto spesso laviamo tappeti e tende acari della polvere, i peli degli animali domestici sono portatori di spore di muffa e altri detriti.
Cosa possiamo fare per ridurre al minimo i rischi?
Piccoli gesti ed attenzioni possono risultare determinati nella riduzione della concentrazione degli inquinanti e quindi fondamentali nella riduzione delle esposizioni.
La prima azione semplice, e gratuita, è quella cambiare l’aria nelle stanze chiuse ogni 4-6 ore, a seconda del numero di persone che vivono l’ambiente e della presenza di animali.
Anche i prodotti per la pulizia ed gli igienizzanti, fondamentali in questo momento, dovrebbe essere motivo di attenzione: spesso infatti contengono alcoli, fenoli e COV, agenti patogeni. Leggiamo bene le etichette e i simboli sul retro della confezione (irritante, nocivo, tossico, in ordine crescente di pericolosità), e cerchiamo, dove possibile, di utilizzare prodotti che siano il più possibile naturali, utilizziamo i detersivi nelle giuste dosi, ne gioverà ambiente, salute e portafoglio.
Nelle nostre piccole manutenzioni quotidiane, pitturare finestre ed arredi, sistemare il dondolo della terrazza, tutte quelle cose che sempre abbiamo rimandato e che adesso stiamo poco a poco portando a termine per tenerci occupati, utilizziamo materiali e prodotti il più naturali possibili e che non rilascino COV (Composti Organici Volatili) e formaldeide.
Altri fattori importanti per la salubrità interna sono la temperatura, che non dovrebbe superare i 20 gradi, per garantire condizioni accettabili di microclima e l’illuminazione.
Il comfort è infatti un equilibrio tra temperatura, umidità (comfort termo-igrometrico), grado di ventilazione e concentrazione degli inquinanti presenti.
Quando l’emergenza passerà sarà importante riflettere su quelle che sono le scelte e le abitudini all’interno dei nostri appartamenti, non solo in termini di ventilazione, prodotti per la pulizia, detersivi, ma anche quelle ai materiali costruttivi dell’involucro delle nostre case, per le ristrutturazioni, anche loro contribuiscono alla miscela di inquinanti presenti negli ambienti.
Questo momento che ci vede “confinati” nell’ambiente domestico è importante per far crescere la consapevolezza dell’importanza della qualità dell’aria all’interno dell’ambiente domestico, anche in relazione a quanto la sospensione dell’attività umana all’esterno, troppo spesso indiscriminata e irragionevole, sta creando una possibilità di risanamento ambientale.
Legambiente da anni si impegna a monitorare, tra le altre cose, la qualità dell’aria indoor, attraverso le analisi effettuate durante il Treno Verde e, nell’ultimo anno, con la campagna di Civico 5.0, che ha implementato tra le altre sue analisi quella della qualità dell’aria interna agli appartamenti.
Per maggiori informazioni visita civicocinquepuntozero.it