40 anni di lotte ambientali: tenacia e coerenza che segnano la storia del Paese

Quarant’anni di storia e di impegno per l’ambiente. Legambiente festeggia oggi i suoi quattro decenni di attività: un cammino e un impegno costante, iniziato il 20 maggio 1980, su tanti fronti legati tutti dall’unico comune denominatore della tutela e valorizzazione dell’ambiente.

Successi e mobilitazioni saranno al centro del webinar di questa sera alle 21.30 sui siti internet e sulle pagine Facebook di Legambiente e La Nuova Ecologia, a cui parteciperanno Stefano Ciafani, presidente nazionale di Legambiente, il ministro dell’ambiente Sergio Costa, Don Luigi Ciotti, presidente di Libera, Catia Bastioli, presidente del Kyoto Club, Cristina Fossi, professoressa dell’Università di Sienae il cantante rock Piero Pelù, moderati dal giornalista e conduttore di Caterpillar AM Radio2Rai Filippo Solibello.

Molto raccontano anche i numeri raggiunti dall’associazione in questi 40 anni, da tradurre in mobilitazioni di piazza, campagne itineranti, monitoraggi scientifici, iniziative territoriali, di solidarietà e di cittadinanza attiva, di riscoperta del territorio e valorizzazione del territorio.

Per esempio: 200mila le persone scese in piazza a Roma il 10 maggio 1986 per la manifestazione organizzata 15 giorni dopo la catastrofe nucleare di Chernobyl. 700 i Comuni che sempre nel 1986 approvarono la delibera comunale per vietare l’uso delle buste di plastica. 25mila bambini bielorussi, russi e ucraini ospitati in Italia per il soggiorno terapeutico post esposizione alle radiazioni nucleari. Diecimila campioni di acqua di mare monitorati dal 1986 con il laboratorio mobile di Goletta Verde. Dal 1988 col Treno Verde l’associazione ambientalista ha compiuto 270 tappe nelle città, quasi 2.000 ore di educazione ambientale per gli studenti, 4.300 ore di monitoraggio scientifico dello smog e del rumore. Nel 1990 le 600mila firme per la petizione “Fermiamo la febbre del pianeta” consegnate al ministro dell’Ambiente per chiedere impegni per ridurre le emissioni di gas climalteranti. Otto milioni di cittadini che hanno partecipato alle pulizie di Puliamo il mondo dal 1994.

Senza dimenticare le duemila le ordinanze di custodia cautelare emesse dal 2002 grazie al delitto di Attività organizzate per il traffico illecito di rifiuti. Mille lenzuola con la scritta “No allo smog” stesi dai balconi del rione Tamburi, adiacente allo stabilimento siderurgico dell’Ilva, al lancio nazionale della campagna “Mal’aria” nel gennaio 2009, tre anni prima del sequestro dell’acciaieria.  E poi l’impegno nelle zone terremotate con cinquemila le opere d’arte recuperate tra le macerie dopo il violento terremoto che colpì nel 2009 la provincia de l’Aquila. Tremila beagle salvati nel 2012 grazie all’esposto che portò al sequestro dell’allevamento “Green Hill” di Montichiari (Bs). Diecimila chilometri in mare e 650 ore di monitoraggio dei rifiuti galleggianti dal 2013 con Goletta Verde. 13 laghi analizzati per la presenza di microplastiche dal 2016. 325 le spiagge monitorate dal 2014 contando e classificando, uno a uno, 250mila rifiuti trovati nella sabbia.

E poi i quattro neologismi coniati dall’associazione: ecomafia ed ecomostri, inseriti nel vocabolario Zingarelli, e Terra dei fuochi e Grab (Grande raccordo anulare delle bici) entrati nella Treccani. Senza Legambiente la storia del Paese non sarebbe stata la stessa.

Ti consigliamo anche